
Era una
sposa, guardava dalla finestra in attesa del suo amato.
Era una
madre, nel cuore della notte scaldava il latte al suo bambino.
Era
un’operaia, tornava a casa sfinita dal lavoro.
Era una
volontaria, stringeva la mano ad un malato.
Era una
donna semplice, portava il pranzo ai poveri e agli emarginati della città.
L’ho vista
pregare, sorridere, soffrire, non comprendere. L’ho vista camminare accanto ad
ognuno di noi(*).
(*)”Perché
una predica sulla Santa Vergine mi piaccia e mi faccia del bene, bisogna che
veda la sua vita reale, non supposizioni sulla sua vita; e sono sicura che la
sua vita reale doveva essere semplicissima. La presentano inavvicinabile,
bisognerebbe mostrarla imitabile, fare risaltare le sue virtù, dire che viveva
di fede come noi, darne le prove con il Vangelo dove leggiamo: «Non capirono
ciò che diceva loro». E quest’altra non meno misteriosa: «I suoi genitori erano
ammirati di ciò che si diceva di lui». Quest’ammirazione suppone un certo
stupore, non trova, mia piccola Madre? Sappiamo bene che la Santa Vergine è la
Regina del Cielo e della terra, ma è più Madre che Regina…”.
(Teresa di
Gesù Bambino e del Volto Santo, Ultimi Colloqui, Quaderno Giallo, 21 agosto/3,
Opere Complete, Libreria Editrice Vaticana - Ocd, Città del Vaticano - Roma,
1997, p. 1080)
“Maria è
sublime per la sua semplicità. La sua biografia si perde nel nulla. Per capire
e gustare Maria è necessario fare uno sforzo per spogliarsi di tutto quello che
è stato accumulato da secoli di letteratura cristiana. Con uno sguardo
contemplativo, semplice, spoglio, nudo, comprenderemo Maria, ci renderemo conto
che quanto si dice su di lei, sia pure con amore, la complica, la deforma,
sciupa la sua immagine, le toglie la semplicità del vangelo”.
(Arturo
Paoli, La costruzione del regno, Quaderni di Spiritualità, 4, Cittadella
Editrice, Assisi 1970, p. 116)