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Visualizzazione dei post con l'etichetta approfondimenti

La voce della Chiesa...che non si sente in chiesa/5

Salario universale e riduzione dell'orario di lavoro. Testo del video : " Il «giusto salario è il frutto legittimo del lavoro»; commette grave ingiustizia chi lo rifiuta o non lo dà a tempo debito e in equa proporzione al lavoro svolto [...] Il semplice accordo tra lavoratore e datore di lavoro circa l'entità della remunerazione non basta per qualificare «giusta» la remunerazione concordata, perché essa «non deve essere inferiore al sostentamento» del lavoratore: la giustizia naturale è anteriore e superiore alla libertà del contratto " ( Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa , nr. 302) “ Quando l’unica legge diventa il calcolo del guadagno a fine giornata, allora non si hanno più freni ad adottare la logica dello sfruttamento delle persone: gli altri sono solo dei mezzi. Non esistono più giusto salario, giusto orario lavorativo, e si creano nuove forme di schiavitù, subite da persone che non hanno alternativa e devono accettare questa velenosa ingiustizia pur...

Santa Teresa di Lisieux e Giovanni Papini: un sorriso indimenticabile

Il 25/11/1887, a Firenze, una ragazza francese di 14 anni dal "volto pienotto, tondeggiante, illuminato da occhi dolci, ardenti, profondi", sorride ad un bambino di 6 anni per ringraziarlo di una indicazione stradale. Quel sorriso si fissa in modo indelebile, nella sua memoria e lo accompagnerà fino alla conversione, avvenuta da adulto. La ragazza si chiama Thérèse Martin (Santa) il bambino si chiama Giovanni Papini (scrittore). Lode a Te, Signore, che compi meraviglie nelle pieghe della vita quotidiana. Racconto di Giovanni Papini da "Passato remoto" Fonte: qui « Uno dei ritrovi giornalieri di noi ragazzi fiorentini era il giardino D’Azeglio. Una mattina d’autunno andavo, secondo il solito, verso quel giardino, ma, giunto in via della Colonna, m’ero soffermato a una vetrina di cartolaio a ustolare certi francobolli esotici che mancavano alla mia scarna collezione. In quel mentre sentii dietro di me voci straniere. Mi voltai: un signore e una signora accompagnati da...

La voce della Chiesa...che non si sente in chiesa/4

Le strutture di peccato. Testo del video: " ...I peccati sono all'origine di situazioni sociali e di istituzioni contrarie alla bontà divina. Le «strutture di peccato» sono espressione ed effetto dei peccati personali. Inducono le loro vittime a commettere, a loro volta, il male. In un senso analogico esse costituiscono un «peccato sociale »" (1). (Catechismo della Chiesa Cattolica, nr. 1869 ) « Sperimentiamo anche resistenze ai cambiamenti di cui abbiamo bisogno e a cui aspiriamo, resistenze che sono profonde, radicate, che vanno al di là delle nostre forze e decisioni. È ciò che la Dottrina sociale della Chiesa ha chiamato “strutture di peccato”, che siamo chiamati anche noi a convertire e che non possiamo ignorare nel momento in cui pensiamo al modo di agire. Il cambiamento personale è necessario, ma è anche imprescindibile adeguare i nostri modelli socio-economici, affinché abbiano un volto umano, perché tanti modelli lo hanno perso. E, pensando a queste situazioni, d...

La voce della Chiesa che... non si sente in chiesa/3

La conversione ecologica. Testo del video:  " La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia" (Papa Francesco, Laudato Si' nr. 21) " ...il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non ha sviluppato la capacità di assorbire e riutilizzare rifiuti e scorie. Non si è ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future... " (Papa Francesco, Laudato Si' nr. 22) " Si pretende così di legittimare l’attuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare, perché il pianeta non potrebbe nemmeno contenere i rifiuti di un simile consumo". (Papa Francesco, Laudato Si' nr. 50) " ...dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera,   con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fann...

La voce della Chiesa...che non si sente in Chiesa/2

Proprietà privata e destinazione universale dei beni . Testo dell'audio : “. ..Il diritto alla proprietà privata è subordinato al principio della destinazione universale dei beni e non deve costituire motivo di impedimento al lavoro e allo sviluppo altrui. La proprietà, che si acquista anzitutto mediante il lavoro, deve servire al lavoro. Ciò vale in modo particolare per il possesso dei mezzi di produzione; ma tale principio concerne anche i beni propri del mondo finanziario, tecnico, intellettuale, personale. I mezzi di produzione « non possono essere posseduti contro il lavoro, non possono essere neppure posseduti per possedere ». Il loro possesso diventa illegittimo quando la proprietà « non viene valorizzata o serve ad impedire il lavoro di altri, per ottenere un guadagno che non nasce dall'espansione globale del lavoro e della ricchezza sociale, ma piuttosto dalla loro compressione, dall'illecito sfruttamento, dalla speculazione e dalla rottura della solidarietà nel mo...

La voce della Chiesa...che non si sente in chiesa/1

Testo dell'audio: « La Santa Sede è certa che un mondo libero dalle armi nucleari è sia necessario sia possibile. In un sistema di sicurezza collettiva, non c’è posto per le armi nucleari e per altre armi di distruzione di massa. Di fatto, «Se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà, non pochi dubbi emergono circa l’inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide. Siffatte preoccupazioni assumono ancor più consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio». E non possiamo neppure ignorare la precarietà derivante dalla semplice manutenzione di ...

Riflessioni intorno al dolore

Possiamo conoscere tutta la teologia e la filosofia del mondo, possiamo imparare a memoria le poesie più belle e recitare le preghiere più commoventi, ma davanti al dolore vero (e ancora di più davanti alla morte) ci scopriamo sempre impreparati. Dobbiamo riconoscerlo: il dolore e la morte  ci fanno sentire in balia di un destino avverso. La spiritualità cristiana non è la spiritualità dei superuomini, non insegna ad affrontare  la sofferenza e la morte da eroi, ma da figli, non propone la forza temeraria ma la fiducia. Nel Getsèmani Gesù avverte paura e angoscia e confida ai suoi amici la sua profonda tristezza  (1) . Luca nel Vangelo riporta, addirittura, lo shock psicofisico, subito dal Signore, che gli procura la rottura dei capillari (2) . Gesù vive la fragilità dell'uomo, ma si affida al Padre credendo nel compimento del disegno di salvezza, nonostante abbia davanti ai suoi occhi la capacità di contraddizione, di annientamento della sofferenza e della morte. La salv...

Santa Teresa di Lisieux: un episodio commovente

Gli anni iniziali al Carmelo, quelli dedicati alla formazione e alla preparazione della scelta definitiva, per Santa Teresa di Gesù Bambino, non sono stati affatto semplici. Nel Manoscritto A Teresa stessa racconta: « ...i miei primi passi hanno incontrato più spine che rose! Sì, la sofferenza mi ha teso le braccia e io mi ci sono gettata con amore » (1). C'è un episodio, semplice e commovente,  della sua vita che può aiutarci a superare alcune difficoltà nel cammino di fede. Un giorno in cui mancano gli addetti alla sistemazione e alla pulizia della chiesa, Teresa, giovane novizia, si inginocchia direttamente sull'altare maggiore, e bussando alla porticina del tabernacolo, dice: « Ci sei Gesù? Rispondimi ti prego » (2) . Teresa sperimenta l'aridità,  l'assenza di consolazione,  il silenzio di Dio, paradossalmente, proprio quando avrebbe avuto bisogno di conferme sulla sua vocazione. Pochi giorni prima della professione, in una lettera alla sorella, ammette di trovarsi...

Voi dite: "È nostro Dio!", e non lo conoscete (Gv 8,54-55)

Non accontentiamoci di quello che sentiamo in giro su Dio. Piuttosto mettiamoci in cammino alla ricerca del suo Volto. Non cerchiamolo nelle elaborazioni sofisticate, Lui si rivela ai semplici e ai piccoli. Non cerchiamolo nelle formule rigide, Lui è dialogo. E togliamo le maschere di perfezione, perché Lui non si scandalizza delle nostre ombre. Conoscere Dio non significa costruire idee su di Lui, ma, al contrario, destrutturare quelle formate secondo parametri solo umani. Infatti non si tratta di possedere delle nozioni, ma di stare in relazione con Lui. La vera conoscenza di Dio inizia dall'ascolto: occorre accorgersi di un dono, non di fare conquiste di cui vantarsi. Scrive Gregorio di Nissa: «Ogni concetto forgiato dall’intelletto per tentare di raggiungere e penetrare la natura divina non giunge che a produrre un idolo di Dio, non a farlo conoscere» (1) . Il desiderio di Dio di rivelarsi è infinitamente più grande del nostro desiderio di conoscerlo. Quindi dobbiamo solo aprir...

Indirizzare una parola allo sfiduciato (Isaia 50,4)

Se ti trovi in un momento di buio e vedi crollare le tue certezze, se la violenza delle logiche del mondo, ti ha raggiunto e ti ritrovi in ginocchio senza riuscire nemmeno a pregare, questa Parola (1) oggi è per te. Cristo viene a portarti  la sua consolazione e ti dice: "Coraggio, sono qui!". E la sua Parola  non è inconsistente come quello dei falsi amici, non è di circostanza come quella degli ipocriti. La Parola di Cristo  è capace di ridare vita, di tirarti fuori dall'abisso, è credibile perché realizza  ciò che dice. Puoi tornare a sorridere per una speranza  fondata sulla roccia. Cristo conosce perfettamente la tua notte perché l'ha già attraversata per te, conosce perfettamente la violenza delle logiche del mondo, perché l'ha già subita per te, conosce perfettamente la solitudine nei momenti di dolore, perché l'ha già sopportata per te. Questo è il suo modo di amare: non da lontano, non dall'alto, ma coinvolgendosi nella tua storia, assumendo su d...

La liberazione della donna adultera. Spunti di riflessione

La sentenza emessa da burocrati senza scrupolo, è stata cancellata. Dio annuncia una liberazione prodigiosa, una via d'uscita al destino che ti hanno affibbiato.  Non ti attende più una condanna, ma una nuova possibilità.   La fragilità, utilizzata dai tuoi nemici per colpirti, è stata trasformata in luogo di rinascita. Adesso puoi venir fuori dal posto in cui ti hanno rinchiuso  con una definizione. La catalogazione, nel grande archivio del mondo, è stata definitivamente rimossa. Con il perdono hai un nome nuovo. Dio si prenderà cura di te e tu potrai abbandonarti nelle sue braccia perché ti ha già dimostrato il suo Amore, quando eri ancora lontana. Per questo ti immaginiamo tornare a casa con lacrime di gratitudine.

Parabola del Padre Misericordioso. Spunti di riflessione.

Come sempre la Parola ci strappa  dall'alienazione dei fraintendimenti  e ci apre orizzonti inaspettati. La Parola ci ridona la possibilità di rinascere sempre. La parabola del Padre Misericordioso,  riportata nel Vangelo di Luca è, chiaramente, ricchissima di significati. In questa sede vorrei focalizzare l'attenzione sul tentativo del padre di guarire il figlio maggiore dalla sindrome del merito. Il figlio maggiore indossa la maschera della perfezione e dell'obbedienza legale, credendo così di emanciparsi dalla fragilità della condizione umana.  Ma è solo apparenza che deforma lo sguardo: infatti quella maschera gli impedisce di riconoscere sia il volto del padre,  sia quello del fratello. Scambia il padre per una specie di datore di lavoro, gli rinfaccia il suo zelo, lo accusa di ingratitudine, E scambia il fratello per un rivale con cui gareggiare, ricorda i suoi errori, non considera minimamente la possibilità di un cambiamento. Nelle disavventure del figli...

Il sorriso di Marianeve rinasce ogni giorno nei bambini dell'Etiopia

Grazie Elisa Cacelli (mamma di Marianeve) per aver testimoniato che la vita non viene tolta, ma trasformata, e che per questo, il sorriso di Marianeve può rinascere ogni giorno nei bambini dell'Etiopia. Pagina Facebook "A Marianeve"👉  qui Progetto "Il sorriso di Marianeve" 👉  qui  👉  qui Blog: 👉  qui Profilo Fb di Elisa Cacelli 👉  qui

Cristo manifesta all'uomo la sua altissima vocazione (Gs 22)

Non credere a chi afferma di conoscersi perfettamente. Infatti i casi sono due: o non si pone le domande giuste, o sono sbagliate le risposte. Siamo mistero a noi stessi: questa è la verità. Con la ragione e con tutte le scienze umane non arriviamo a comprendere chi siamo. Abbiamo bisogno che Qualcuno ce lo riveli. Non qualcosa, ma Qualcuno. Spesso cerchiamo la definizione della nostra identità nei titoli di studio, nel CV, nella professione e così, davanti agli eventi drammatici della vita, ci ritroviamo a brancolare nel buio. Infatti confondiamo quello che facciamo con quello che siamo. La Scrittura ci viene in soccorso. In Geremia 1,5 troviamo: " Prima di formarti  nel grembo materno, ti conoscevo " nel Salmo 139,13: "Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre ". Ma anche Gaudium et Spes 22 ci aiuta: " In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. [...] [Cristo] rivelando il mis...

La pietra è stata tolta (Gv 20,1)

La pietra è stata tolta.  Per questo, il Signore Gesù, è venuto. Per scendere nel nostro abisso dove nascondiamo ciò che ci rende impresentabili, che ci fa vergognare, che non riusciamo a sanare. Gesù, invece, sulle nostre rovine ci pianta la tenda, ci vuole dimorare. Gesù preferisce il nostro abisso alla collezione di trofei di plastica del nostro orgoglio. Nel libro del Siracide troviamo scritto: " Dio con la sua parola ha domato l'abisso e vi ha piantato isole " (Siracide 43,23).   Santa Elisabetta della Trinità in una lettera alla sorella scrive: " L'abisso della tua miseria, attira l'abisso della sua misericordia " (1) .   L'abisso è luogo di tenebra, da cui scaturiscono le nostre  inconsistenze e paure, ma Gesù è la luce, sole che non tramonta, capace di ri-orientare ogni volta il nostro cammino. Afferma Silvano Fausti: " Non c'è chiusura o lontananza che non possa essere aperta o avvicinata da lui che vi porta la sua salvezza. Anzi, l...

Una nuova grammatica dell'esistenza

Per respirare, per salvarci dalle seduzioni del nulla, abbiamo bisogno di costuire una nuova grammatica dell'esistenza:   non cosa faccio, ma chi sono;   non cosa spiego del mistero, ma chi ascolto;   non cosa chiedo nella preghiera, ma chi guardo;   non cosa mi aspetto, ma chi custodisco.   Non cosa, ma chi.   Non l'identità data dal fare, ma quella dell'essere.     " E Dio disse: facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somglianza "(Genesi 1,26) Foto: Pixabay    

Papa Francesco: desidero una Chiesa povera per i poveri

“L’imperativo di ascoltare il grido dei poveri si fa carne in noi quando ci commuoviamo nel più intimo di fronte all'altrui dolore. Rileggiamo alcuni insegnamenti della Parola di Dio sulla misericordia, perché risuonino con forza nella vita della Chiesa. Il Vangelo proclama: « Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia » (Mt 5,7). L’Apostolo Giacomo insegna che la misericordia verso gli altri ci permette di uscire trionfanti nel giudizio divino: « Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio » (2,12-13). In questo testo, Giacomo si mostra erede della maggiore ricchezza della spiritualità ebraica del post-esilio, che attribuiva alla misericordia uno speciale valore salvifico: « Sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa gode...

La componente mistica e politica della sequela

«Al centro della cristologia non c’è un’idea, ma una storia, una storia pericolosa che guida alla sequela e che soltanto nella sequela manifesta la sua forza salvante. Cristo non è un’”altezza” degna di adorazione, ma è sempre anche “via” (Gv 14,6). E ogni tentativo di “conoscerlo”, di “comprenderlo”, è comunque un “andare”, un seguire. Perciò sequela non è soltanto una posteriore applicazione della cristologia ecclesiastica alla nostra vita; la pratica della sequela è proprio una parte centrale della cristo-logia, a meno che non si voglia sostituire il lógos di questa cristologia, e del cristianesimo in generale, con il lógos (puramente contemplativo) dei greci, per il cui Dio delle idee il Dio biblico della storia con il suo Cristo poteva essere solo “follia”. Cristo deve essere pensato in modo che non sia mai solo pensato. La cristologia non fornisce soltanto insegnamenti sulla sequela, non rappresenta un sistema di saperi privo di soggetto, ma si alimenta, per amore della sua v...

Giovanni Crisostomo: i beni dei ricchi appartengono ai poveri

La maschera dei ricchi. «…prendi posto nel mondo, come se fosse un teatro, e osserva quelli che recitano sulla scena; se vedi molti ricchi, non pensare che lo siano davvero, ma che indossano la maschera dei ricchi. Infatti, come capita che chi sulla scena interpreta la parte del re e del generale è un servo o uno di quelli che al mercato vendono i fichi e l’uva, così questo ricco spesso è il più povero di tutti. Infatti, qualora gli strappi la maschera, ne sveli la coscienza e gli penetri nella mente, scoprirai un’assoluta povertà di virtù e che è l’uomo più spregevole. Infatti come a teatro, al calar della sera, dopo che gli spettatori se ne sono andati e gli attori sono usciti di scena e si sono tolti il costume, finalmente rivelano la loro reale condizione quelli che a tutti sembrano re e generali. Così avviene nella vita: dopo che è sopraggiunta la morte ed è finito lo spettacolo, tutti si tolgono la maschera della ricchezza e della povertà e se ne vanno via da questo mondo. E ...

Don Primo Mazzolari: una generazione di ossessi da Mammona

«Il tradimento di Gesù Povero, di Gesù Maestro, di Gesù Redentore, di Gesù Chiesa continuerà finché qualcuno potrà offrire alla cupidigia di chi non ha nulla trenta denari. La nostra generazione è una generazione di ossessi da Mammona. Qualcuno sarà sempre venduto finché crederemo nel denaro. Tutti possiamo essere oggetto di baratto in un mondo pronto a prostituirsi per non perdere dieci lire […] Quando l’unico desiderio è quello di evadere dal girone della povertà e di non cadervi, non soltanto la causa del povero è abbandonata, ma è abbandonata la causa dell’uomo. Il voler fare dell’uomo un contabile lo fa un sottouomo. Ma è proprio vero che l’uomo è tutto egoismo, nient’altro che egoismo? E se in lui ci fosse qualcosa di diverso, di più umano (non importa se ci abbiamo badato poco fin qui) su cui far leva? Ci può essere un realismo che mutila l’uomo e lo fa schiavo dei suoi elementi inferiori, ai quali abbiamo lasciato via libera. Non è il primo caso che, per voler fare unicament...