Dio non
conosce l’ignavia né quel buonismo viscido che non ti fa contrapporre al male. Dio
ci chiede di non giudicare, ossia di non attribuire colpe, di stare in pace ma
non un egoistico ed intimistico quieto vivere. Le strade del mondo devono essere il nostro
orizzonte, ben oltre quindi la siepe che delimita l’orticello personale. Dio ha
scelto: a chi rivelarsi (pastori/impuri), da chi farsi comprendere (piccoli-non
sapienti e non intelligenti), chi amare con predilezione (gli ultimi). Dio ha
avuto coraggio e si è schierato. Non ha cercato il consenso e non ha rispettato
l’immagine che gli uomini si erano fatti di lui. Non ha accettato di diventare
l’ennesimo idolo ma di essere, nella libertà reciproca, relazione autentica.
Teologia dei poveri.