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La retorica del Paese accogliente
Ci si
chiede perché i migranti vengono in Italia. Forse perché trovano l’indirizzo sulle
bombe che distruggono le loro case e la loro vita. Il migrante è una persona,
non un problema. Il problema siamo noi e la nostra voracità consumistica.
Sopravviviamo con le loro risorse energetiche, delocalizziamo per sfruttare
l’assenza di diritti sociali, appoggiamo dittature spietate che garantiscono il
mantenimento ordinato delle disuguaglianze. Dalla miseria e dalla guerra molti
decidono di scappare ma non si accorgono di sbagliare rotta. Infatti non vanno
verso la libertà ma verso chi li opprime. L’evangelista Luca scrive che Maria
depose Gesù “in una mangiatoia, perché
non c’era posto per loro nell'albergo” (Lc 2,7). Noi, invece, a quelli che non ce
la fanno, gli assicuriamo una tomba in fondo al mare, a chi sa nuotare un “soggiorno”
nei CIE, ai più fortunati la raccolta dei pomodori per 2-3 euro l’ora. “Se
questo è un uomo”, scriveva Primo Levi; se questo è un Paese accogliente scriviamo
oggi.