Introduzione (a cura dell'autore del sito). Qualcuno ha relegato Dio in
un tribunale ad emettere sentenze sull'uomo. Strano perché le sacre scritture
dicono altro. Gesù si mette in fila per farsi battezzare. Non prende in affitto
una cappella privata né entra da una porta secondaria per non farsi vedere. Si
immerge nell'acqua, si coinvolge. Entrando nell'acqua entra nella storia dell’uomo
per separare il peccato dal peccatore. Il nostro Dio non salva dall'esterno, si
presenta a mani nude senza indossare protezioni. Si lascia toccare. Lo troviamo
alla porta del nostro abisso. Bussa perché
vuole entrare (Ap 3,20). Non gli interessa né il salone né la stanza degli
hobby ma il luogo dove nascondiamo le cose impresentabili, di cui ci vergogniamo
e che ci tengono in catene. Li ci sono le nostre tenebre che possono essere
illuminate solo da una luce che non possediamo.
Testi di Silvano Fausti:
"Non c’è chiusura o
lontananza che non possa essere aperta o avvicinata da lui che vi porta la sua
salvezza. Anzi, l’abisso di miseria rivela meglio la sua grazia".
(Silvano Fausti, Una
comunità legge il Vangelo di Luca, EDB, Bologna 1994, p. 24)
“Il Signore sposa realmente
la nostra storia con il suo male, e ci dà in essa il suo bene”.
(Silvano Fausti, Una
Comunità legge il Vangelo di Luca, EDB, commeno a Lc 13, 31-35)