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Johann Baptist Metz. Il senso della mistica.

Introduzione (a cura dell'autore del sito).  Spesso si scambia la mistica con l’intimismo. L’uomo spirituale (ma non “spiritualizzato”) cerca la solitudine per ascoltare e ascoltarsi. Rifugge il ripiegamento. Al contrario cerca di fare ancora più spazio all'altro. Il mistico è un uomo capace di relazione, un uomo sociale che sente proprio e condivide il dolore degli oppressi. La mistica infatti non può non avere implicazioni politiche.

Testo di J.B. Metz: “L’esperienza cristiana di Dio è legata alla percezione del destino degli altri. Pertanto anche la mistica, nel suo nucleo centrale, non è una mistica degli occhi chiusi, ma degli occhi aperti sul dolore. Essa esige un particolare esercizio del vedere, un superamento delle nostre congenite difficoltà e dei nostri narcisismi creaturali. Chi dice “Dio”, si accolla la ferita della propria coscienza prodotta dall’infelicità degli altri”.
(Johann Baptist Metz, Mistica degli occhi aperti, Per una spiritualità concreta e responsabile, a cura di J. Reikerstorfer, trad. G. Poletti, Queriniana, Brescia, 2013, p. 63)