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Nelle
nostre splendide e molto cattoliche città si sta entrando in clima natalizio.
Le amministrazioni comunali montano le lucine nelle vie centrali, nelle case si
attaccano le palline colorate all'albero e nelle chiese i volontari costruiscono
meravigliose e improbabili scenografie della natività. C’è quindi da commuoversi.
Siccome poi siamo un po’ debilitati dalle fatiche di salire/scendere dalla macchina,
accendere/spegnere il computer, whatsappare/twittare organizziamo cenoni o pranzoni.
I regali ci occupano parecchio tempo. Nessuno capisce perché bisogna comprare e ricevere cose inutili
e del tutto casuali, ma compulsivamente si continua a far girare la ruota. A farci
uscire dalla realtà virtuale ci aiutano i presepi viventi soprattutto quelli spontanei
dislocati sotto i ponti, nelle stazioni o davanti le chiese. Certo non sono molto
estetici con quei cartoni al posto del muschietto o con i sacchi a pelo al posto
della paglietta ma rappresentano esattamente il Dio dei Vangeli: emarginato e oggetto
di indifferenza. Se riduciamo cartapesta e statuine potremo vedere anche noi, come
i pastori, una grande luce e provare una grande gioia.