Il
grande sconfitto nella vicenda del voto sulla decadenza di Minzolini è
l’abbraccio. Adesso quando abbracceremo il/la nostro/a fidanzato/a, un/a
amico/a, un/a compagno/a di squadra può capitare che ci torni alla mente il
capannello festante dei senatori intorno all'ex direttore del TG1. E ci passerà
la voglia. Un gesto di amore, di amicizia, di condivisione di un successo, deformato
in espressione di privilegio e arroganza. Da tempo il termine
legalità riferito all'Italia ha assunto connotati comici. Non si può pensare ad
essa senza riuscire a trattenersi dal ridere. Un potere così sfacciato non si
può mica prendere sul serio. Infatti se lo affronti sui contenuti con il
linguaggio che si merita i c.d. mezzi di informazione ci costruiscono sopra il giochino
della polemica. Alla posizione assurda riconoscono la medesima dignità e lo
stesso spazio di quella logica ed etica. Così l’opinione pubblica tra uno sbadiglio e l’altro si divide di solito equamente tra le due parti. Ci si
schiera per simpatia o in base alle capacità dialettiche, non sull'oggettività.
Tutto credibile perché tutto confuso.
Teologia dei poveri.