In quel tempo Gesù passando vide un
migrante che chiedeva l’elemosina al semaforo. Era stanco e rassegnato. I suoi discepoli
lo interrogarono: «Rabbì, si trova in quella condizione per colpa sua o dei
suoi genitori?». Gesù rispose: «Né sua né dei suoi genitori. Anzi i poveri come
lui sono il luogo in cui Dio manifesta le sue opere. E noi siamo chiamati a
collaborare a questa azione incessante e misteriosa di Dio». Detto questo rientrò
in casa preparò un po’ di cibo e glielo consegnò. Abbracciandolo gli sorrise.
Il migrante dopo aver mangiato ritrovò un po’ di forze e riprese a mendicare.
Allora quelli che lo avevano visto
prima dicevano: «Non è lui quello che stava al semaforo a chiedere l'elemosina?».
Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sei
ripreso dalla fatica?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù mi ha portato
del cibo». Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei il mendicante: infatti c’era una ordinanza che
vietava di distribuire cibo ai migranti e Gesù venne denunciato perché l’aveva
violata. Alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non
osserva la legge». Altri invece dicevano: «Come può un delinquente avere
compassione?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al mendicante:
«Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha portato da mangiare?». Egli
rispose: «È un uomo buono! Proprio questo stupisce: che voi non lo riconoscete, eppure mi ha sfamato.
E se costui non venisse da Dio, non si sarebbe fermato ad aiutarmi». Gli
replicarono: «Sei nato tutto nella miseria e ti permetti di usare questo tono
con noi?». E lo cacciarono dalla città. Gesù seppe che l'avevano espulso;
quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E
chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è
colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si
prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto
in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono,
diventino ciechi».
Vangelo
di Giovanni (Gv 9,1-41)
In
quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli
lo interrogarono: "Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché
sia nato cieco?". Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma
è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le
opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando
nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto
questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli
occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe» - che
significa "Inviato".
Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora
i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante,
dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni
dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli
diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti
gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha
spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono
andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è costui?».
Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un
sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli
occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la
vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e
ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché
non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere
segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al
cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?».
Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse
stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori
di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro
figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di
lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come
ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo
sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi
genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già
stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso
dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a
lui!». Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero:
«Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose:
«Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo».
Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».
Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di
nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e
dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a
Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro
quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi
ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno
onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è
mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non
venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto
nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù
seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel
Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?».
Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse:
«Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un
giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono,
vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con
lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù
rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite:
"Noi vediamo", il vostro peccato rimane».