L’oppressore di oggi può essere il convertito o meglio il salvato di domani. Il cristiano non ha nemici tra gli
uomini. Ha un unico nemico: il male in tutte le sue manifestazioni. A queste è
chiamato ad opporsi per come è in grado di fare. Occorre, cioè, distinguere il
male dalla persona che lo compie. Il male, infatti, è negativo di per sé, in
senso oggettivo, quindi va arginato, non gli si deve dare la possibilità di
dilagare. Colui che lo compie invece può sempre cambiare e
quindi nessuno ha il diritto di sottrargli questa opportunità. Il male non può
essere mai giustificato, colui che lo compie sì perché le sue azioni possono
essere influenzate da tanti fattori: ambiente sociale, educazioni, violenze
subite, ferite psicologiche. L’amore per i nemici che non è semplicemente
assenza di odio, ma desiderio che il nemico si liberi dalla schiavitù del male, non significa rassegnazione o peggio tolleranza. Anzi proprio l’opposizione e
le contraddizioni operate dal “giusto”
mettono in circolo, nell'animo dell’”ingiusto”, quei dubbi capaci di incrinare le sue granitiche convinzioni, iniziando così il lungo cammino verso la possibile conversione. L’opposizione al male apre un varco alla grazia. Non ne conosciamo i tempi di realizzazione ma
possiamo sperare e confidare che qualcosa accadrà. Inoltre il “giusto” sente di essere fratello dell’”ingiusto” perché avverte dentro di sé la possibilità di tutto il male del mondo. La scelta di non compierlo rimane un puro mistero, senza possibilità di spiegazione e senza possibilità di attribuirsi alcun merito. “Il marciume che c’è negli altri c’è anche in noi” scrive nel 1942 Etty Hillesum* commentando uno degli innumerevoli episodi di ferocia nazista. Il cristiano crede nella infinite possibilità della vita di riemergere, modificare, superare. Per questo non può optare per la morte dell’odio, della vendetta e del rancore.
* Etty Hillesum, Diario 1941-1942, Edizione integrale, trad. Chiara Passanti, Tina Montone, Ada Vigliani, Adelphi,
Milano 2012, p. 366
Vangelo di Matteo 5,43-48
“Avete
inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi
dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate
figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e
sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se
amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i
pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di
straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è
perfetto il Padre vostro celeste”.