Passa ai contenuti principali
Dal potere c’è molto da imparare.
Innanzitutto l’altissima professionalità e la profonda conoscenza delle
dinamiche, meglio delle perversioni umane: tipo la facilità con la quale ci
lasciamo comprare. Una volte acquisiti a quelle logiche, convinti di vivere in
un far west ci ritroveremo vicini non
più persone ma condòmini, colleghi, utenti da prevaricare quando va bene,
nemici da abbattere quando va male. Il potere ci cambia lo sguardo: non vediamo
più storie, ferite ma ostacoli e pericoli. Il pregiudizio abilmente inoculato e
teleguidato in assenza di critica diventa convinzione morale dei singoli. Renderci
disumani convincendoci che è l’unico modo per sopravvivere: sta tutto qui
l’inganno su cui si reggono i regimi. E fino a quando guarderemo all'interesse
personale o di categoria potremo vedere solo l’oppressione cambiare volto ma
non finire. Il potere ha una notevolissima capacità di attrazione, innanzitutto psicologica, innescando processi di emulazione a diffusione rapida e incontrollata. Trasforma
le sue vittime in colpevoli da punire, trovando in ciò scarsa opposizione. Il
potere raggiunge altissimi livelli di consenso nonostante le immense sofferenze
che infligge. Inaridisce e addormenta le coscienze con azioni mediatiche mirate
e soffoca con la calunnia o con la violenza i dissidenti. Quando non saremo più
disposti a tollerare l’iniquità non solo verso se stessi ma anche verso tutti
gli altri e soprattutto gli ultimi il potere si sfalderà. Quando non saremo più
disposti a tollerare che ci siano persone senza pane e casa, quando non saremo
più disposti a tollerare che i migranti finiscano nei CIE, quando non saremo
più disposti a tollerare l’assenza di sostegno per i disabili, quando non
saremo più disposti a tollerare corruzione, inquinamento, privilegi e
disuguaglianze, allora troveremo la pace.