Tutti cerchiamo qualcosa o qualcuno
anche se gli diamo nomi diversi(1). E sui nomi diversi che vorremmo imporre
agli altri ci dividiamo. Qualche volta scomunichiamo, spesso scandalizziamo.
Siamo alla ricerca, occorrerebbe riconoscere semplicemente questa vocazione
comune e aiutarsi a vicenda. Dovremmo condividere non convincere e non pretendere
nessun primato. La chiusura ci fa diventare arroganti e l’arroganza trasforma
la fede in ideologia. La differenza sta in questo: la fede è un cammino, quindi
dinamica e necessariamente aperta agli altri contributi. È accogliente perché non
ha nulla da temere e nulla da difendere, essendo un dono. L’ideologia al contrario
è statica, tende a chiudersi e si crede circondata da molti nemici percependosi
come una conquista. La fede è povera e si riceve, l’ideologia è ricca e si costruisce. La fede si vive, l’ideologia si impone. La fede cerca un
Volto, l’ideologia una tesi. Non possiamo fare a meno degli altri e di nessuno.
Non abbiamo la mappa precisa. Ci occorrono le indicazioni e i suggerimenti
consapevoli o meno degli altri. Qualcosa che per noi è nelle tenebre potrebbe
essere illuminato da altri. I contributi sono personali ma il cammino è
comunitario. Non si arriva alla meta né con le proprie forze né gareggiando con gli
altri. Non ci dobbiamo considerare rivali ma compagni di cordata. Nessuna
partecipazione può essere sminuita o tralasciata. L’aiuto ci può venire da chi
giudichiamo meno dotato. Non dimentichiamoci mai quello che scrive San Benedetto nella regola: “spesso è proprio al più giovane che il
Signore rivela la soluzione migliore”(2).
(1) “Di te ha detto il mio cuore: «Cercate
il suo volto»” (Salmo 27, 8)
(2) Regola di San Benedetto cap. III,3