Siamo in cammino verso una gioia
grandissima ed inspiegabile. Viviamo nell'attesa di un dono che non meritiamo.
C’è qualcosa, o meglio Qualcuno, che ci supera e per questo possiamo procedere
con fiducia. Lui è fedele: le sue parole si realizzano e rivelano il senso
della vita e delle cose. Lasciandosi amare ci si accorge che il Signore opera
nella storia personale, nei fatti “ordinari” e quotidiani. È presente e trova
il modo di farcelo capire. Con modalità sempre nuove, Lui che è novità
inesauribile. Le giornate sembrano ripetersi mentre l’esperienza cambia e si
rinnova incessantemente. Ci troviamo trasformati e ci è difficile spiegare come
e quando ciò sia avvenuto. Si prova solo meraviglia nel constatare come
l’azione creativa di Dio riesca a rinnovare la circolarità umana. L’orizzonte
della “comprensione” del mistero si sposta un po’ più in là, ma non per
l’intervento delle nostre forze. Sperimentiamo che il Signore desidera farsi
conoscere ed è in cerca di cuori che l’accolgano. Lui agisce in profondità, ci
vuole tempo per scendere, ecco perché la preghiera silenziosa è la strada
insostituibile. E dobbiamo attenderlo nel silenzio perché la sua voce è
delicata e facilmente superata dai rumori sinistri della nostra c.d. civiltà. Il
Signore ci chiama in disparte per consolarci della sua assenza altrimenti
insopportabile ma anche per sollecitarci alla costruzione di comunità solidali,
orizzontali e non competitive. Sono due
le dimensioni dell’Amore di Dio: personale e sociale. È, cioè, rivolto alla
persona singola per essere propagato alla collettività, con evidente
predilezione per i poveri e gli esclusi. È un amore che è impossibile trattenere,
sotterrare, accumulare ma al contrario richiede di essere “dilapidato” e “disperso”
in tutti gli abissi che la storia dell’uomo produce. Meno lo tratteniamo a
scopo egoistico di possesso e più lo elargiamo spendendoci per/con gli ultimi
più Lui ce lo rinnova. Anche su questo Dio ragiona al contrario. Le cose
preziose noi tendiamo a conservarle, Lui a condividerle: gettando il seme anche
sulla strada, sui sassi e sulle spine. Non solo sulla “terra buona”*.
*Vangelo Matteo 13, 3-9