Nelle scuole si procede regolarmente all'interno delle
campane di vetro appositamente costruite dal regime. Continua la didattica del
mondo parallelo in cui ci si esercita nella competizione/selezione e nell'osservanza
del pensiero unico. Occorre, infatti, formare i professionisti dell’allineamento
mica del dissenso. Si arriva a 18-19 anni senza conoscere i valori della
Resistenza, il pensiero di Calamandrei o di Gramsci, la fine dei fratelli Rosselli,
l’esempio di Giorgio Ambrosoli, la “disobbedienza”
di don Milani, la strategia della tensione, le inchieste di Ilaria Alpi, la
solitudine di Giovanni Falcone, il tradimento subito da Paolo Borsellino. La
vita di Peppino Impastato, invece, si conosce ma solo se si è visto il film.
Nelle
università, al momento, le proteste sono rinviate dopo gli esami, meglio dopo
la laurea. Da disoccupati infatti c’è più tempo.
I “sindacati” sono in attesa
di estinzione insieme agli ultimi lavoratori che garantiscono e rappresentano. Negli anni che
rimangono non se la sentono proprio di confliggere per non lasciare un cattivo
ricordo di sé.
Con l’attività dei precari lo Stato e le aziende vivono, mentre
con le retribuzioni e trattamenti contrattuali ricevuti i precari agonizzano.
Siccome la reiterazione non salva dall'agonia, per guarire non c’è altro modo
che interrompere, fermarsi, rifiutarsi. Perché è sempre meglio morire da vivi
che dissanguati dall'artiglio dello sfruttatore.