La Parola di Dio non è inconsistente (1).
Possiamo tradirla, rifiutarla, ma non ignorare. In qualche modo penetra come l’acqua
e si insinua nelle invisibili fessure dei muri che pensiamo di erigere con attenzione
e perizia. Rimane lì a sollecitarci mantenendo il nostro cuore inquieto. Ci fa
intravedere il bene anche se non riusciamo a compierlo (2). È perfettamente
aderente alla nostra umanità, mentre il resto ci divide. Ci consente un respiro
ampio, mentre il resto ci soffoca. Porta il nostro sguardo nel profondo strappando la patina delle formalità. Ci svela il significato che sta appena
dietro l’apparenza. Ci illumina in questa vita da trascorrere irrimediabilmente
al buio. Indica la strada anche quando scegliamo quella sbagliata. Permette di
ricominciare, di andare oltre e ci riporta sempre a casa. Guarisce l’angoscia
esistenziale e consola la malinconia dell’Assenza. Ci fa compagnia quando non c’è
nessuno al nostro fianco e riconcilia quando non vogliamo più nessuno al nostro
fianco. Ci restituisce forza quando stiamo per arrenderci e smaschera gli inganni
dell’arroganza. Riapre prospettive quando i nostri orizzonti entrano in
un vicolo cieco. Utilizza con l'anima un linguaggio che la mente non riesce a
decifrare. Compie percorsi dentro di noi che rimangono assolutamente
misteriosi. Possiamo comprendere solo qualcosa dagli effetti. Ci insegue quando
fuggiamo e trova il nascondiglio in cui vorremmo evitare di esistere. È voce
di silenzio sottile (3) nell'intimità dell’incontro è grido profetico
dai tetti (4) quando annuncia la liberazione degli oppressi. Predilige
i piccoli e i poveri abitando nelle loro vite. Per questo leggiamo la Parola
sulla carta, ma la vediamo vivere solo nel contatto con loro. La lectio divina inizia alla scrivania, poi si realizza e completa nelle baracche dove soffrono i nostri fratelli e le nostre
sorelle.
1) “La mia parola non è forse come il
fuoco e come un martello che spacca la roccia?” (Geremia 23,29)
2) ”C’è in me il desiderio del bene, ma
non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il
male che non voglio” (Lettera ai Romani 7, 18-19)
3)
(1Re 19,12)
4) (Isaia 40,2; Matteo 10,27