Introduzione (a cura dell'autore del sito). Nasciamo, viviamo e risorgiamo grazie ad una
sola Parola: quella di Dio. Ci estrae dal nulla, ci rinvigorisce nel deserto che
stiamo attraversando e non ci consegna definitivamente alla morte. È una Parola
viva nel senso di attuale: ossia si realizza nell'esistenza di ogni uomo
guarendone le ferite. Alimenta, rinnova e protegge l’esile fiammella della carità
costantemente minacciata dai venti freddi del nostro egoismo. Indica la via d’uscita
di fronte alle contraddizioni che il mondo violentemente produce. Conduce l’anima
verso orizzonti infiniti ed allo stesso tempo ci avvicina al dolore umano
preparando lo spazio interiore necessario ad accoglierlo. Custodisce la speranza e la gioia anche se
siamo al buio e quindi non ne vediamo i motivi. Ci dice qualcosa che nessuno
pensava e ci fa intuire qualcosa che nessuno sapeva. Dissolve le ombre, getta luce
sul mistero che ci abita e ci ricorda che siamo così poveri che non siamo nemmeno capaci di autocomprenderci.
Testo
di Charles Péguy:
“Dio
non ci ha dato parole morte da rinchiudere in scatolette piccole e grandi e che
dobbiamo conservare in olio rancido come le mummie d’Egitto. Dio non ci ha
affatto dato conserve di parole da custodire, ma ci ha dato parole vive per
nutrirci e per nutrire”.
(C.
Péguy, in G. Ravasi, Introduzione all’Antico Testamento, Piemme, Segrate (Mi),
p. 9)