Nel
Vangelo troviamo l’indirizzo di Dio. Possiamo sapere dove abita, che lavoro fa
e cosa fare per aiutarlo. Dobbiamo però “rivedere” l’idea di Dio socialmente
accettata e rinunciare alla recita del personaggio che ci siamo costruiti. Dobbiamo accogliere un Dio che non viene per realizzare
le nostre smanie ma il suo Regno che prevede opzioni precise e non negoziabili:
la misericordia per le nostre miserie e la compassione per gli ultimi. Dobbiamo
depositare le maschere e calarci con Lui nell'abisso scavato dal male.
Il
Vangelo apre strade, percorsi per andare incontro a chi si è fermato; le strutture
aprono sedi per ricevere quelli che si muovono. Il Vangelo non ha orari, agende,
programmi; le strutture selezionano gli ingressi, accettano o respingono. Il
Vangelo rende fratelli e sorelle; le strutture utenti. Il Vangelo risveglia e
alimenta carismi; le strutture assegnano ruoli. Il Vangelo costruisce comunità; le strutture organizzano uffici.
È
impossibile evangelizzare le strutture, visto che il Vangelo si arresta nel
punto esatto in cui inizia la struttura. Fuori il Vangelo dentro lo statuto e
le regole fatte a misura d’uomo. D'altronde il Vangelo è rinuncia o perdita di
ogni status symbol, è abbassamento e
non prevede l’esaltazione di se stessi utilizzando Dio. Le strutture
costituiscono a tutt'oggi un’insuperabile pietra d’inciampo per molti. Occorre
recuperare la dimensione relazionale della fede, seguendo Cristo sulle vie dell’Amore.