“Come è stato possibile l’inferno di
Auschwitz?”, ci chiediamo, oggi, scandalizzati mentre vediamo i migranti
affogare in mare o tra i pomodori. Di quelli che invece rimangono in Libia
siamo contenti perché non ce ne dobbiamo occupare. Per la questione delle logiche imperialiste che opprimono quei popoli, invece, se ne riparlerà più avanti. D'altronde vuoi mettere: meglio morire subito in Libia che
successivamente nel Mediterraneo o tra i pomodori, dopo aver pagato inutilmente gli scafisti. Nel
primo modo almeno si risparmia. Sono soddisfazioni.
“Come è stato possibile l’inferno di
Auschwitz?”, ci chiediamo, oggi, scandalizzati mentre vediamo le bombe
fabbricate in Italia esplodere in giro per il mondo. D'altronde l’importante è
dichiararsi, nei sondaggi, contrari alla guerra e pure alla violenza (esclusa quella sul posto di lavoro e ed allo stadio).
“Come è stato possibile l’inferno di
Auschwitz?”, ci chiediamo, oggi, scandalizzati mentre riempiamo gli ospizi
di anziani. Ma non si tratta di abbandono, infatti ci preoccupiamo di mantenere
le giuste relazioni dei nostri cari affidandoli alle premure della televisione.
“Come è stato possibile l’inferno di
Auschwitz?”, ci chiediamo, oggi, scandalizzati mentre assistiamo alle
manganellate di ordine pubblico che ricevono studenti, precari e disoccupati. Protestare
rimane comunque consentito (al limite anche giusto) purché non si blocchi il
traffico e non si disturbi il Sistema mentre produce, a livello mondiale, disoccupazione e
precariato. Che non è semplice e richiede concentrazione.
Testo di Elie Wisel:
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte del campo,
che
ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai
dimenticherò quel fumo.
Mai
dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi
trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai
dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede.
Mai
dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio
di vivere.
Mai
dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i
miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai
dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.
Mai.
(Elie
Wiesel, La notte, trad. Daniel Vogelmann, Giuntina, Firenze 2012, p 39-40)