Noi,
invece, vogliamo incontrare Cristo, siamo stanchi di ascoltare parole vuote, di
maniera, patinate.
Allora usciamo e percorriamo strade a caso ma rigorosamente senza negozi, bancomat, dove non si svolgono passeggiate ostentate e non si scambiano sguardi di tipo economico.
Allora usciamo e percorriamo strade a caso ma rigorosamente senza negozi, bancomat, dove non si svolgono passeggiate ostentate e non si scambiano sguardi di tipo economico.
Incontriamo
Cristo che ci chiede una coperta per ripararsi dal freddo. Ha gli occhi bassi,
persi nel vuoto, mentre ci racconta la sua disperazione di escluso, senza
possibilità. Allontanato, identificato, colpevole di non essere annegato e di
chiamare Dio con un altro nome.
Incontriamo
Cristo all'alba, a nord della città,
in fila per la distribuzione degli indumenti; lo incontriamo a pranzo, a sud della città, per la distribuzione
del pasto; lo incontriamo, nel pomeriggio,
ad est della città, per le pratiche dei
documenti; lo incontriamo, la sera, ad ovest
della città, nel dormitorio.
Incontriamo
Cristo con due enormi buste di plastica piene di oggetti illegali. Nel Paese dell’impunità
per mafiosi e corrotti, viene fermato alla quattordicesima ora di itineranza
commerciale. Reati contestati: pellegrinaggio non autorizzato e concorrenza
sleale alle multinazionali.
Poi
incontriamo un uomo. È disteso in terra, sanguina. Qualcuno, coperto dalla
bandiera della nostra civiltà, gli ha sparato. Un ragazzo, tra le persone
sopraggiunte, chiede: “Conoscete il suo nome?”. Noi, con gli occhi bassi, raccontando la sua disperazione di escluso, senza possibilità,
rispondiamo: “Si chiama Cristo”.
Sfiniti,
entriamo in Chiesa per riprendere fiato, per trovare un po’ di pace e un po’ di
senso. Vogliamo ascoltare la Parola di Dio, quella cioè rivolta agli orfani e alle vedove ed unirci a Colui che ha dato la vita perché agli ultimi fosse restituita.