Non mi
capita spesso ma questo sogno desidero raccontarlo perché è speciale: è fatto
ad occhi aperti.
C’erano
molte persone raccolte in Piazza San Pietro, visibilmente emozionate.
Guardavano in alto, in attesa che il nuovo Papa si affacciasse dal balcone. Si
aprì, invece, il portone della Basilica e il pontefice neoeletto, senza scorta,
uscì per salutare i fedeli presenti. Gli porsero, poco dopo, un megafono per
farsi ascoltare dai più lontani. Prese a dire parole inaudite: «Buonasera fratelli e sorelle! Desidero,
innanzitutto, comunicarvi che oggi inizia un nuovo cammino per la Chiesa. Il cambiamento consisterà soprattutto nella
rinuncia ad ogni forma di Potere, ai privilegi e ai comportamenti che ci
allontanano dalla vita reale. Ci faremo guidare unicamente dal Vangelo,
riscopriremo il carisma profetico denunciando le strutture di peccato, ci
schiereremo, senza indugio, dalla parte dei poveri, degli oppressi e di tutti
quelli a cui viene negata una seconda possibilità. Non faremo più calcoli, non
guarderemo più alle convenienze sociali, non difenderemo più la Chiesa con
mezzi umani, perché la Chiesa ha già il suo difensore: Cristo. Infatti a noi
spetta imitare la sua prassi e condividere le sue opzioni. Quindi il nostro
programma da oggi sarà quello indicato nel Vangelo di Luca – annunciare ai
poveri un lieto messaggio, proclamare ai prigionieri la liberazione, la vista
ai ciechi, la libertà agli oppressi, predicare la misericordia di Dio – e in quello
di Matteo al capitolo 25. Ascolteremo i poveri e solo quando avremo finito con
loro daremo spazio ai c.d. Capi di Stato. Consegneremo il Vaticano alle autorità
civili, metteremo a disposizione della comunità tutte le ricchezze in esso
contenute. La Chiesa vivrà nel mondo e stabilirà la sua sede legale in tutti i
luoghi in cui l’uomo soffre. Lasceremo i Palazzi ed andremo negli ospedali,
nelle carceri, negli accampamenti dei disperati, nelle fabbriche, nei call
center… Liquideremo la Banca e la sostituiremo con l’unica Banca coerente con
la testimonianza evangelica: quella della tempo e della solidarietà. Da oggi
investiremo solo in gratuità e confideremo solo nelle risorse provenienti dal Fondo
chiamato ‘Provvidenza’. Non useremo più elicotteri, ma ci sposteremo con i
mezzi di trasporto che usano i poveri: quelli pubblici. Incontrerete il Papa su
un autobus o in una metro e la sua nuova abitazione sarà presso una parrocchia
di periferia. Sposeremo la causa degli ultimi perché lo richiede il Vangelo e
perché la Chiesa ha bisogno di conversione. Rinunceremo alle sovvenzioni
statali per vivere la grazia della sobrietà e per condividere la condizione di
chi non riceve simili aiuti. Saremo una Chiesa povera e dei poveri sia per
testimoniare che l’Amore di Dio –che è l’essenziale – è gratuito, sia per
denunciare l’iniquità dell’attuale sistema economico-sociale che per garantire
il profitto a pochi avidi sfrutta i popoli e devasta l’ambiente. Saremo
radicali e ci inginocchieremo solo per pregare e non per ottenere qualcosa in
cambio dai potenti. Saremo la voce dei poveri, la coscienza critica, avremo
paura ma chiederemo a Cristo la forza per percorrere la sua stessa strada».
A
questo punto mi sono svegliato, e da allora attendo che tutto ciò diventi realtà.