La
Chiesa si definisce sposa e madre, ma è guidata (più precisamente occupata) da
uomini. Il problema non è la definizione. Infatti il servizio, la compassione e
la misericordia sono attitudini prettamente femminili. Il problema è il
contenuto che emerge effettivamente: carrierismo, vanagloria, insensibilità che
possono considerarsi peculiarità maschili, secondo la deformazione operata dalla
c.d. cultura dominante.
«Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?» (Isaia 49,15)
«Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?» (Isaia 49,15)
«Ad Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo
per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con
legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro come chi solleva un bimbo
alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare» (Osea 11,
3-4)
«Il mio cuore si commuove dentro di me, il
mio intimo freme di compassione» (Osea 11, 8)
Quanto
farebbe bene alla Chiesa, così autoreferenzialmente maschile, mettersi per una
ventina di secoli alla scuola di una Chiesa al femminile. Quanto farebbe bene
alla Chiesa, così irrimediabilmente arroccata, un magistero sgorgante da un
cuore di donna, capace di comprensione. Quanto farebbe
bene alla Chiesa, così persa e impantanata nella minuta casistica, l’intuito e
la sapienza femminile. Infatti nessuna Chiesa al maschile potrà arrivare alle profondità di Teresa di Gesù Bambino e di Elisabetta della Trinità.
«Maria sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava
la sua parola» (Vangelo di Luca 10, 39)
Il
dramma della Chiesa al maschile è quello di aver separato l’insegnamento dal
servizio. La trasmissione di nozioni è stata confusa con l’annuncio della
Parola. Non si è scelto di posizionare le cattedre nei luoghi in cui Cristo dimora
ed opera. Quanto farebbe bene alla Chiesa al maschile mettersi ai piedi dei poveri ed
ascoltare le loro sofferenze. Quanto farebbe bene alla Chiesa al maschile mettersi
ai piedi dei malati ed ascoltare le loro angosce. Quanto farebbe bene alla
Chiesa al maschile mettersi ai piedi dei migranti ed ascoltare le loro
delusioni.
«Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora,
voltatosi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa:
Maestro! Gesù le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al
Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre
vostro, Dio mio e Dio vostro”. (Vangelo di Giovanni 20,16-17)
La
Chiesa al maschile appare ancora barricata nel cenacolo, nonostante il racconto
di Maria e la visita stessa di Gesù risorto. Così timorosa nei confronti del
potere, impegnata in un continuo equilibrismo che finisce per renderla, non solo
incomprensibilmente quieta, ma purtroppo anche irrilevante. Quanto farebbe
bene alla Chiesa al maschile piangere come Maria ogni volta che il Signore sembra
sopraffatto dalla storia. Quanto farebbe bene alla Chiesa al
maschile piangere davanti alle sofferenze degli innocenti, invece di fornire
risposte banali o irritanti. Quanto farebbe bene alla Chiesa al maschile uscire come Maria di buon mattino per cercare
il Signore in tutti i sepolcri in cui l’uomo tenta di occultare i suoi delitti e di
disfarsi delle vittime.