«I parrocchiani dissero a Gesù: “Maestro
abbiamo visto uno che dava dei soldi a un senzatetto in nome della Carità e
glielo abbiamo sconsigliato, perché non apparteneva ai gruppi parrocchiali e
non conosceva le procedure di aiuto decise dal consiglio pastorale”. Ma Gesù
disse: «Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un gesto
gratuito e che subito dopo possa disprezzarmi. Chi non è contro l’Amore è per
l’Amore».
Ciò che si oppone davvero a Cristo è il non-amore e non certo l’ateismo che è ricerca, critica, possibilità. L’ateismo di per sé non uccide nessuno, non danneggia, non umilia, mentre amare/servire il denaro-potere, (attualmente strutturato nell'organizzazione socio-economica denominata capitalismo (2)), sì. Eccome. L’altro, infatti, viene spersonalizzato, non più riconosciuto. Esiste la manodopera (braccia meccaniche a forma d’uomo), l’impiegato (digitatore su pc) il manager (referente del Padrone). Mansioni e funzioni prima di storie, aspirazioni, bisogni: quindi la devastazione dell’umanità per garantire il profitto. La maternità di una donna viene insultata considerandola un costo, la giovane età sfruttata e raggirata, l’anzianità umiliata. E poi abbiamo produzioni, esportazioni, vendite, prima dell’ecologia, della bellezza, della giustizia tra generazioni (3): quindi la devastazione della terra per garantire il profitto. L’accesso all'acqua potabile garantito solo ai ricchi, le risorse energetiche sottratte ad altri popoli, il mancato riconoscimento del debito ecologico. In tale quadro, il borghese (colui che rappresenta o appoggia il capitalismo) (4) non potrà mai essere cristiano (colui che ama/serve Cristo), nonostante tutte le tecniche di autoconvincimento e tutte le rassicurazioni di quella parte del clero che si impegna nella sua assistenza spirituale, preferendolo al povero. Convertirsi perché il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino (5) significa in questi tempi: convertirsi dalle logiche del Capitale ed incamminarsi verso la gratuità, la condivisione e la solidarietà. Il tempo è compiuto perché Cristo agisce nella storia. Il Regno di Dio è vicino perché è già operante, potenzialmente realizzabile, anche se qui non completamente. Dipende dalla nostra libertà, dalle nostre scelte: se costruire una comunità (il Regno) o l’inferno (il mercato) e continuare a sprofondarci.
Ciò che si oppone davvero a Cristo è il non-amore e non certo l’ateismo che è ricerca, critica, possibilità. L’ateismo di per sé non uccide nessuno, non danneggia, non umilia, mentre amare/servire il denaro-potere, (attualmente strutturato nell'organizzazione socio-economica denominata capitalismo (2)), sì. Eccome. L’altro, infatti, viene spersonalizzato, non più riconosciuto. Esiste la manodopera (braccia meccaniche a forma d’uomo), l’impiegato (digitatore su pc) il manager (referente del Padrone). Mansioni e funzioni prima di storie, aspirazioni, bisogni: quindi la devastazione dell’umanità per garantire il profitto. La maternità di una donna viene insultata considerandola un costo, la giovane età sfruttata e raggirata, l’anzianità umiliata. E poi abbiamo produzioni, esportazioni, vendite, prima dell’ecologia, della bellezza, della giustizia tra generazioni (3): quindi la devastazione della terra per garantire il profitto. L’accesso all'acqua potabile garantito solo ai ricchi, le risorse energetiche sottratte ad altri popoli, il mancato riconoscimento del debito ecologico. In tale quadro, il borghese (colui che rappresenta o appoggia il capitalismo) (4) non potrà mai essere cristiano (colui che ama/serve Cristo), nonostante tutte le tecniche di autoconvincimento e tutte le rassicurazioni di quella parte del clero che si impegna nella sua assistenza spirituale, preferendolo al povero. Convertirsi perché il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino (5) significa in questi tempi: convertirsi dalle logiche del Capitale ed incamminarsi verso la gratuità, la condivisione e la solidarietà. Il tempo è compiuto perché Cristo agisce nella storia. Il Regno di Dio è vicino perché è già operante, potenzialmente realizzabile, anche se qui non completamente. Dipende dalla nostra libertà, dalle nostre scelte: se costruire una comunità (il Regno) o l’inferno (il mercato) e continuare a sprofondarci.
(1) Cfr. Vangelo di Marco 9, 38-40
(2) Cfr. «Imperialismo, colonialismo e capitalismo meritano nel mio ‘credo’ lo stesso anatema» (Pedro Casaldáliga, Credo nella giustizia e nella speranza, Quaderni Asal 27, Associazione per gli Studi e la documentazione dei problemi socio-religiosi dell’America Latina, Roma 1976, p. 193)
(3) Cfr. Papa Francesco, Enciclica Laudato Si’ 137-162
(4) Cfr. «…Voglio assicurarvi almeno la mia preghiera. Perché il vostro cammino di formazione sia improntato alla più trasparente autenticità evangelica, e vi manteniate lontani dal compromesso, e rifuggiate dall'ambiguità, e non scendiate a patti con l’anima borghese accovacciata davanti alla porta». (Don Tonino Bello, Lettera ai seminaristi 21/1/1990, in Tonino Bello, Servi inutili a tempo pieno. Testimoni gioiosi per evangelizzare il mondo, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano)), p. 112
(5)
Vangelo di Marco 1,15