«Verranno
giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che
non venga distrutta» (1).
Delle
strutture che militarizzano, degli orari che escludono, dei programmi pastorali
che inaridiscono, non resterà nulla.
Delle
carriere ecclesiastiche, dei dibattiti lontani dalla prassi, della liturgia
senza condivisione e fraternità, non
resterà nulla.
Della
dottrina elaborata dagli uomini, degli adempimenti degli ipocriti, della
rigidità scambiata per fedeltà, non
resterà nulla.
Dei
privilegi legati al ruolo, degli ossequi dei sottoposti, della predicazione
calata dall'alto, non resterà nulla.
Dei
paramenti sacri ricamati, dei marmi lucidati, dei calici d’oro, non resterà
nulla.
Della
esegesi senza Misericordia, della teologia senza Profezia, delle opere senza
affidamento alla Grazia, non resterà nulla.
Mentre
ogni parola pregata in confidenza, ogni speranza dell’oppresso nella
liberazione di Cristo, ogni carità ai poveri rimarrà. In eterno.
«Queste
dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte
più grande è la carità!» (1Corinzi 13, 13)
(1)
Vangelo di Luca 21, 6