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Rosario Livatino: Sub Tutela Dei

Rosario Livatino testimone credibile dell'amore di Dio. Ha unito carità e giustizia.
Radicalità e relazione con Dio. 

«…risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (1).
Conosceva esattamente i pericoli che correva. Ma non li ha cercati: derivavano dall'adempimento puntuale e onesto dei suoi doveri. Ha rinunciato alla scorta. «Non voglio che altri padri di famiglia debbano pagare per causa mia» (2), rispondeva alla sua professoressa del liceo che si preoccupava delle misure di protezione. Ha rinunciato al matrimonio anche se si era innamorato e sognava l’amore della sua vita. «Non voglio lasciare una vedova e degli orfani», spiegava al parroco che lo sollecitava a pensare ad una famiglia (3). Era un credente autentico, un testimone credibile di una relazione personale con un Dio invisibile ma presente, inafferrabile ma intuibile. La sua fede illumina perché confidenziale e non formale. Ogni giorno, prima di entrare in tribunale, cercava forza e pace davanti al tabernacolo. E, come tutti i pellegrini, ha vissuto il tipico dinamismo spirituale che caratterizza il rapporto tra uomo e Dio. Nulla di statico, nessuna risposta data una volta per tutte, ma un’esperienza che procede e si rinnova continuamente, su iniziativa della sua Grazia. Ha vissuto momenti di buio, in cui ha sperimentato l’abisso dell’uomo, in termini di tristezza e l’abisso della misericordia di Dio, in termini di fedeltà e condivisione del suo dolore.  «È stato un anno negativo. Qualcosa si è spezzato. Dio avrà pietà di me e la via mostrerà?», (4) annotava, così,nell'agenda, il suo disagio.

L'esecuzione.

«E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo» (5).
Quel giorno, come sempre, con la sua utilitaria, si recavi a prestare servizio per lo Stato e la collettività, ma né lo Stato né la collettività si sono preoccupati. Solo, isolato nella responsabilità di contrasto, come tutti quelli che le mafie hanno potuto colpire. Dovremmo tutti rifare quei metri che, dopo i primi proiettili, ha percorso, in un disperato tentativo di sopravvivenza. Quei metri, infatti, rappresentano la distanza tra ciò che è umano e ciò che non lo è, tra ciò che è oblazione e ciò che è morte. «Cosa vi ho fatto, picciotti?» hai chiesto da terra, sporco di polvere e sangue. Un insulto e due pallottole: la risposta.

Santità.

«…metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime» (6).
Oggi sei servo di Dio**, la causa di beatificazione è in corso ed alla tua intercessione sono attribuiti dei miracoli. Ma noi già ti consideriamo santo perché hai unito giustizia e carità. Grazie Rosario. Prega per noi.

*Nota: La sigla S.T.D. (Sub Tutela Dei – Sotto la protezione o lo sguardo di Dio) veniva usata da Rosario Livatino all'inizio dei suoi scritti.
**Nota: il 9 maggio 2021 Rosario Livatino è stato proclamato Beato.

Foto: Fanpage

(1) Vangelo di Matteo 5,16
(2) Citazione in Roberto Mistretta, Rosario Livatino. L'uomo, il giudice, il credente, Paoline, Milano 2015, p. 56
(3) Citazione in Roberto Mistretta, Rosario Livatino. L'uomo, il giudice, il credente, Paoline, Milano 2015, p. 107
(4) Citazione in Roberto Mistretta, Rosario Livatino. L'uomo, il giudice, il credente, Paoline, Milano 2015, p. 92
(5) Vangelo di Marco 15, 19-20
(6) Vangelo di Luca 21,16-19

Commenti

  1. Anonimo23/9/18

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