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La causa di Dio a favore degli oppressi

Fedi poggiate sulla Bibbia simbolo della relazione sponsale con Dio.

«Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (1).

Gesù predica l’amore oblativo, testimonia la completa offerta di se stesso; i discepoli, invece, si preoccupano di gerarchie e di organigrammi. Avevano lasciato tutto (proprietà, legami affettivi, occupazioni), ma non ancora le aspirazioni personali. Mancava, in sostanza, la comprensione della differenza tra la gloria umana costruita sulle sconfitte altrui, e la Gloria divina, che è possibilità per tutti e soprattutto per gli esclusi. Gesù non si lascia utilizzare, e non permette che i discepoli si illudano. Nessuno può strumentalizzare la causa di Dio, che è “sacra” essendo a favore degli oppressi, per ottenere cariche o riconoscimenti, anche se legittimi in altri ambiti. La causa di Dio, infatti, non contempla né merito, né ricompense secondo logiche di scambio. La causa di Dio deve essere fatta propria e chiede di essere sposata. Analogamente, Gesù reclama di essere amato per se stesso, anche nell'incomprensione, nel buio, nel mistero, e non per i vantaggi che si possono ricevere. L’orizzontalità è la dimensione scelta da Dio, che per primo si abbassa. Quindi, trovarsi in posizioni di responsabilità, significa semplicemente essere servo: svolgere un servizio a beneficio di tutti e non certo esercitare un potere a beneficio proprio (e di conseguenza a danno altrui). Inoltre, chi decide dovrebbe circondarsi di persone autentiche, capaci di critica al momento opportuno, e rifuggire dagli adulatori (esperti della menzogna e stabilizzatori dell’oppressione). La vera sequela di Cristo si riconosce dal fuoco della carità e dalla scelta della gratuità. Rimangono escluse: prerogative, carriere e separazioni dalle sofferenze dal popolo. Gesù consiglia di mettersi all'ultimo posto, noi continuiamo ad elaborare ed incensare meccanismi di avanzamento. Per questo sarebbe auspicabile che nella Chiesa si introducesse la temporaneità dell'esercizio delle funzioni organizzative e decisionali. E poi alla scadenza, scendendo dal piedistallo, uscendo dai palazzi, prevedere il ritorno nel luogo in cui il Vangelo ci colloca: la vita ordinaria.

(1) Vangelo di Marco 10,37

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