Gesù,
evidentemente, conosceva già l’orrore della morte, e, nel caso di Lazzaro,
immaginava, pure, l’intervento del Padre con un segno eccezionale. Eppure,
quando si trova a contatto fisico con il dolore della sorella e degli altri
familiari, e lo “vede”, si commuove profondamente, si turba, prorompe in pianto (2). È la risposta di Dio alla morte dell’uomo:
la condivisione della sofferenza. La risurrezione viene dopo. Infatti, il
prodigio della vita restituita non mette in secondo piano, e non banalizza, la
devastazione prodotta dalla morte sulle persone e sulle relazioni.
L’interruzione realizzata con violenza, la sensazione d’inutilità sul tempo
trascorso, la ridicolizzazione dei progetti posti in essere, fanno parte del
bagaglio di assurdità con cui la morte si accompagna e che, anche Dio, ha
scelto di sopportare. Ritroviamo Gesù, commosso,
turbato che prorompe in pianto, ancora oggi nella storia. In particolare
davanti a quelle tombe scavate dalla disperazione e non solo dalle leggi
naturali. Ad esempio ritroviamo Gesù commosso,
turbato, che prorompe in pianto, davanti al bagno della stazione ferroviaria dove Alice, 16
anni, si è iniettata il veleno spacciato come diversivo, alternativa, emozione.
Dio si coinvolge nelle vicende umane, non rimane distaccato, pensando che tutto viene “risolto” nella
risurrezione. Gesù ha percorso la stessa nostra strada, non ha evitato il giogo
umiliante della morte e l'ha subito senza eroismo. Nel Getsemani ha provato paura, tristezza (3) e angoscia in modo così intenso da determinare la rottura dei capillari (4).
Dio non spiega il mistero della morte ma l’attraversa
insieme a noi.
(Leggi anche Le lacrime di Gesù su Gerusalemme)
(Leggi anche Le lacrime di Gesù su Gerusalemme)
(1) Vangelo di Giovanni 11,33
(2)
Cfr. Vangelo di Giovanni 11,33-35
(3)
Vangelo di Marco 14, 33-34
(4)
Vangelo di Luca 22,44
credo di aver già commentato Lacrime di Cristo....
RispondiEliminasi può capire, comprendere, conoscere. provare sentimenti così intensi sino a determinare la rottura di capillari