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Preghiera di lode del povero. Dialogo delle beatitudini.

La preghiera illumina la nostra vita e rafforza la fiducia nella Misericordia di Dio

Riconoscere l'oppressione.

Mi considerano maledetto e abbandonato da te, o Signore.
Si accostano per sussurrarmi: «Dov'è il tuo Dio? Perché non trasforma questi sassi in pane(1).
Non ho bellezza, la gente gira lo sguardo dall'altra parte, o si copre il viso, per non osservare il mio dolore (2).
Solo disprezzo, nessuna stima per me (3).
Questa indifferenza mi schiaccia, questa oppressione mi trafigge l'anima (4).
I passanti scuotono il capo e mi insultano: «Sei un fannullone, trovati un lavoro(5).
A volte anche i sacerdoti mi amareggiano con l'ipocrisia di una pacca sulla spalla (6).
Alcuni miei fratelli di strada mi deridono perché evito scorciatoie o i soliti espedienti.

«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio» (7).

Ma io, Signore, nonostante tutto il male che mi calpesta, avverto come una speranza segreta che mi spinge a resistere. Soprattutto da quando ti ho incontrato in fila davanti alla mensa e mi hai chiesto di starti vicino perché avevi bisogno di parlare un po'. Volevi confidarmi le sofferenze per l'incomprensione degli uomini. «Nessuno mi riconosce in questo stato», ripetevi con tristezza. Cercavi consolazione ed io provavo molta meraviglia nel constatare la similitudine delle nostre esperienze di emarginazione e rifiuto. Ricordo questo: confrontandomi con te sentivo la mia umanità dilatarsi, raggiungere nuove profondità, diventare sempre più vasta E da allora ti ho voluto bene. Con naturalezza, così in semplicità, ed ho cominciato a considerare la mia esistenza in un'altra prospettiva.
Ma adesso che ci penso, non ti ho chiesto come sei finito tra i poveracci come noi.
La prossima volta non mi dimenticherò.

(1) Cfr. Vangelo di Matteo 4,3
(2) Isaia 53,2-3
(3) Cfr. Isaia 53,3
(4) Isaia 53,5
(5) Vangelo di Matteo 27, 39-40
(6) Cfr. Vangelo di Matteo 27,41
(7) Vangelo di Luca 6,20

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