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Obiezione di coscienza: scegliere la narrazione di Dio

Fiore di ciliegio simbolo dell'azione sorprendente di Dio come risposta alla preghiera dell'uomo.

Dialogo misterioso.

Il silenzio è il luogo in cui abita la libertà, la sede in cui Tu, o Dio, giudichi l’iniquità delle logiche del mondo che sopravvivono nutrendosi del sangue dei poveri. Lì fai Giustizia rivelando le tua predilezione e la tua opera di salvezza che si realizza attraverso la compassione (patire-con).

«Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (1).

E noi cerchiamo il silenzio per provare a comprendere come si possano realizzare le promesse di consolazione, liberazione e riscatto nei confronti degli oppressi, scegliendo l’ignominia della condivisione, la fragilità del servizio e non la forza dell’organizzazione, il camminare accanto e non il porsi davanti. Disprezziamo le lusinghe dell’Impero, pratichiamo l’obiezione di coscienza di fronte ai tentativi di reclutamento, ma ci sembra continuamente di soccombere a causa della sofferenza degli ultimi che non trova risposte (almeno visibili). È vero anche che quando sentiamo le gambe rallentare, le mani chiudersi, il cuore indurirsi, troviamo sempre la tua Parola e il tuo Pane che ci rinvigoriscono, la memoria di un testimone che ci incoraggia e l’abbraccio di un povero che ci guarisce. 

«Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre?» (2), «Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: “Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo”» (3).

Guarigione possibile. 

Nel silenzio cerchiamo, dentro di noi, il rifugio in cui ti sei nascosto. Non è semplice scoprirlo e ci vuole il tempo necessario. Proviamo nelle capacità cognitive, ma invano. In quelle affettive, ma invano. Esploriamo senza successo le zone assolate, quelle funzionanti e ben sistemate. Alla fine quando stiamo per rinunciare ti troviamo al buio, tra le nostre ferite, le fatiche, i ripudi che manifestiamo nei tuoi confronti. Rimaniamo meravigliati: ti vediamo dialogare con la nostra ombra per convincerla ad accettare il tuo abbraccio. Per questo nel silenzio della preghiera può capitare che scendano delle lacrime. Sono i nostri sì all'Amore.

(1) 2Corinzi 3, 17-18
(2) 2Corinzi 6,14
(3) 2Corinzi 6,16

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