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Il vero ateismo che ostacola la Grazia

"Non posso sopportare delitto e solennità" (Isaia 1,13)
Non ci dovrebbe preoccupare
l'ateismo di chi,
pur cercando,
sostiene di non credere in Dio,
ma quello di chi,
senza praticare la giustizia verso i poveri, 
l'accoglienza dei migranti,
la difesa dell'oppresso, etc.,
sostiene di credere.
L'ateismo di chi è in ricerca non ostacola la Grazia di
Dio,
mentre quello dell'ipocrita dal culto vuoto, sì.


"Smettete di presentare offerte inutili,
l'incenso è un abominio per me;
noviluni, sabati, assemblee sacre,
non posso sopportare delitto e solennità" (Isaia 1,13)

"Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso. 
È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto"(Isaia 58,3-8).
 
"Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la pietà,
camminare umilmente con il tuo Dio" (Michea 6,8)

Foto: Pixabay

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