
per salvarci dalle seduzioni del nulla,
abbiamo bisogno di costuire
una nuova grammatica dell'esistenza:
non cosa faccio,
ma chi sono;
non cosa spiego del mistero,
ma chi ascolto;
non cosa chiedo nella preghiera,
ma chi guardo;
non cosa mi aspetto,
ma chi custodisco.
Non cosa,
ma chi.
Non l'identità data dal fare,
ma quella dell'essere.
"E Dio disse:
facciamo l'uomo a nostra immagine,
a nostra somglianza"(Genesi 1,26)
Foto: Pixabay
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