3 caduti sul lavoro
al giorno.
In Italia, nel 2024.
Si allungano le file
davanti alle mense dei poveri,
mentre l'industria bellica
gira a pieno regime.
Eppure quanti c.d. cristiani,
tra una giaculatoria e l'altra,
incensano il dio Profitto,
il dio PIL.
Eppure quanti c.d. cristiani,
tra una giaculatoria e l'altra,
vivono a loro agio
tra subappalti, sfruttamento
e precarietà.
Papa Francesco, invece,
ringraziando il Signore,
valuta secondo criteri evangelici.
E pertanto può affermare che
"questa economia uccide"*.
* «Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”» (Papa Francesco, Evangelii Gaudium 53)
Foto: qui
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