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Mi hai chiesto una dimora

"Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Apocalisse 3,20)
Mi hai chiesto una dimora.

Ti ho proposto l'intelligenza,
ma hai rifiutato: "Mancano i fiori".

Ti ho proposto la volontà,
ma hai rifiutato: "Manca la musica".

Ti ho proposto l'osservanza,
ma hai rifiutato: "Manca la poesia".

Allora ti ho proposto la fragilità
e hai accettato:
"Sì, da lì posso creare".


«Il nostro Dio, l’ospite della nostra anima, lo sa bene; così viene in noi nell'intento di trovare una dimora, una tenda vuota in mezzo al campo di battaglia della terra. Non chiede che questo, e lui stesso è il Musicista Divino che si incarica del concerto!...Ah, se potessimo sentire questa ineffabile armonia, se una sola vibrazione giungesse alle nostre orecchie!...»
(Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Opere complete, Lettera nr. 165, Libreria Editrice Vaticana-Edizioni OCD, Roma 1997, p. 485)

«Dentro di me c’è una solitudine dov'egli dimora e questa nessuno me la potrà rapire!...»
(Elisabetta della Trinità, Opere Complete, Lettera nr. 162, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1993, p. 325) 

«Facciamogli un posto nel più profondo della nostra anima e restiamo là con lui, non lo lasciamo mai, secondo il suo comandamento: “Dimorare in me e io in voi”. Quella cella interiore non ci potrà essere rapita, perciò non importano le prove attraverso le quali passeremo: porto “in me” il mio unico Tesoro e tutto il resto è ciò che non è»
(Elisabetta della Trinità, Opere Complete, Lettera nr. 160, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1993, p. 322) 

Foto: Pixabay


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