L’hanno
ucciso in sacrestia, la camorra (e non solo) non sopportava la sua voce. Don
Peppe non separava la liturgia dalla vita reale. Celebrava l’Eucaristia,
pregava e si opponeva agli operatori di iniquità. D'altronde se la chiesa non è
profetica si trasforma in burocrazia. E la burocrazia non è certo la buona
notizia del Vangelo. Don Peppe è un martire, senza volerlo, come tutti i
martiri autentici. Era cosciente dei pericoli, ma l’amore per il suo popolo
l’ha convinto ad andare avanti. Chi vive una spiritualità disincarnata non rischia nulla, il
sistema è in grado di tollerarlo, ma chi sveglia le coscienze viene silenziato in un modo o in un altro. È stato anche infamato ma queste tecniche
ormai sono note. Don Peppe vive in cielo, nelle braccia del Dio degli ultimi, e
in terra nelle persone per cui ha lottato e in chi agisce come lui(*).
(*) "A me non importa sapere chi è Dio. Mi importa sapere da che parte sta" (Don Peppe Diana)
(*) "A me non importa sapere chi è Dio. Mi importa sapere da che parte sta" (Don Peppe Diana)